Cos’è il biogas
Il biogas è una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile.
Nella produzione di biogas entrano in gioco regole complesse: biologia, chimica, fisica, meccanica, elettronica ed informatica. Tutte queste scienze, combinate tra di loro, danno vita ad impianti tecnologici di biogas autonomi e sorvegliabili da remoto.

Impianto
Rifiuti vegetali e rifiuti urbani
La produzione di biogas può avvenire in due modi:
– Rifiuti vegetali: i biogas vengono prodotti con materiali agricoli, si tratta in questo caso di biomasse vegetali (silo-mais, sorgo, siloerba, ect.) e
liquami zootecnici. Dalla trasformazione di questi materiali si arriva alla produzione di biogas tramite un digestore anaerobico, in condizioni termiche di 38°/55°C e fluidodinamiche controllate.
In secondo luogo i gruppi motore producono energia autosufficiente all’azienda, alle abitazioni e l’energia è inoltre vendibile alle società di fornitura energetica.
Inoltre, il fango residuante igienizzato “digestato” può essere conservato ed utilizzato per finalità agronomiche.
– Rifiuti urbani: i rifiuti urbani e alimentari scaduti sono a loro volta fonte di biogas. L’utilizzo di questo tipo di rifiuti permette di cedere energia elettrica alla rete nazionale e di posizionarsi sul mercato dei “Certificati verdi”
Altre possibilità vantaggiose
Un’opportunità redditizia per il proprietario di un impianto a biomasse è, oltre ai rifiuti urbani, il ritiro di rifiuti di natura organica e altri materiali idonei.
In questo modo il proprietario può incrementare la produzione della potenza elettrica e della redditività. Inoltre c’è un vantaggio per lo smaltimento di molti materiali organici.
I sistemi in container
Gli impianti-container costituiscono un’efficace alternativa per i mercati ortofrutticoli,supermercati e comuni di medie dimensioni in quanto
– 1t di frazione organica produce 150m3 di Biogas
– 1t di alimentari scaduti produce 250m3 di Biogas
Come funziona
La produzione di biomasse consta di varie fasi:
1. Pre–trattamenti
Per giungere alla digestione anaerobica i materiali devono essere prima di tutto “trattati” con dei sistemi tecnologici:
– Sistema di alimentazione biomasse: un cassone con pianale girevole dotato di rulli dentati e celle di carico utilizzato per pesare, stoccare, sminuzzare e dosare le biomasse. Può inoltre essere accoppiato ad un mulino trituratore sotto la tramoggia
– Flottatore di liquami: rimuove parte dell’acqua attraverso l’azione di microbolle d’aria e addensano i liquami
– Separatore di plastiche ed inerti: utilizzato per strappare, rimuovere e lavare le plastiche. Al separatore può essere abbinato un sistema di separazione dei materiali inerti.
2. Digestione anaerobica
Solitamente questa fase avviene all’interno di vasche in cemento armato:
– circolari: per gli impianti di piccola–media dimensione o nel caso di digestori nei quali il materiale risulta diluito (secondari e terziari); la mescolatura della massa è affidata a dei mixer
– rettangolari: nel caso di digestori per la lavorazione di materiali densi (primari); gli agitatori a doppia pala brevettati operano in mesofilia (38°C) o termofilia (55°C). In questo modo avviene produzione di biogas e igienizzazione del materiale. I digestori sono chiusi ermeticamente
3. Cogenerazione
Gli impianti di cogenerazione sono formati da un motore a biogas a ciclo otto e sono abbinati ad un alternatore. Vengono acquistati da fornitori qualificati.
Circa il 35% dell’energia generata viene ceduta alla rete nazionale. Mentre l’acqua che si ricava dal raffreddamento dei motori viene impiegata per conservare la termofilia nei digestori e riscaldare le altre utenze. Dai fiumi di scarico inoltre si può ricavare altro calore.
4. Post–trattamenti
Il materiale liquido una volta uscito dal digestore subisce una serie di trattamenti:
– separazione di fase dei materiali attraverso dei separatori a vite agricoli o centrifughe per fanghi
– soppressione dell’ammoniaca dal liquido attraverso un sistema di assorbimento di tipo chimico
– attraverso l’utilizzo di uno scrubber avviene la soppressione chimica dell’acido solfidrico (H2S)
– attraverso un materiale ligno-cellulosico avviene il compostaggio della fase palabile del digestato
Fasi del progetto
– ispezione del sito da parte degli operatori
– elaborazione di un’analisi di fattibilità con rappresentazione dell’impianto, bilanci di massa e business plan
– elaborazione del progetto
– composizione della documentazione per le autorizzazioni e assistenza durante l’iter di approvazione
– sviluppo del progetto esecutivo e gestione ordini
– collaudo impianto
– qualifica IAFR (Impianto Alimentato da Fonti Rinnovabili
– assistenza nell’emissione e vendita ‘Certificati verdi’
- gestione processo “in remoto”
- trasmissione dati online
- gestione dell’esercizio dell’impianto
E’ conveniente e rispetta l’ambiente
– È conveniente
L’Italia è il terzo produttore europeo di Biogas.
Tra le varie fonti rinnovabili, il biogas è quella che permette una produzione più continuativa a costi ridotti (365 gg/anno)
Il biogas può diventare una forma di reddito poiché permette di guadagnare ricavando da rifiuti e liquami energia pulita e rinnovabile.
Inoltre lo stato prevede dei contributi ovvero “certificati veri” per chi si rivolge all’utilizzo di biomasse.
– Rispetta l’ambiente
È una scelta rispettosa dell’ambiente perché la combustione del biogas produce anidride carbonica che viene assorbita dalle stesse biomasse usate per la produzione (1kW = 630g di CO2 evitata). Inoltre si riducono drasticamente le emissioni di metano.
Non disturba il paesaggio perché gli impianti sono costruiti in parte sotto il livello del suolo. I rifiuti non causano cattivi odori perché questi ultimi vengono neutralizzati durante il processo di digestione, la quale svolge anche una funzione igienizzante